Le Antiche Dee

venerdì 12 agosto 2011
LA GRANDE MADRE ANCESTRALE
Parlare della Grande Madre - e in breve, poi -  è difficilissimo, perchè essa si manifesta in forme diverse secondo le popolazioni che la venerano. E poi io non sono una studiosa, solo una profana.
Sovente essa viene raffigurata come triplice; Vergine, Madre e Anziana (che sono poi le tre fasi della vita di ogni donna), ed il suo simbolo più conosciuto è la Luna, perchè che attraversa anch'essa le fasi della vita e della morte (da oscura a piena e viceversa)
La Dea è UNA: indivisa, totale, intatta. Intera, completa in se stessa. Non potrebbe essere altrimenti. Ed è quanto chiede alle sue figlie di essere, ne pi' ne meno: complete, intere.
Molte Dee hanno assunto di tempo in tempo caratteristiche tipiche di uno o più dei suoi aspetti... Iside, Demetra, Afrodite, persino la Madonna Cristiana (sebbene completamente asessualizzata) ha in se qualcosa della Madre Ancestrale. Ma esse sono "parti" della Dea. Afrodite è l'amante, ma non sarà mai la sposa devota. Giunone è la moglie fedele, ma non sarà mai la fantasia erotica di nessuno. Le Parche sono le vecchie, le streghe custodi della Morte, ma non conoscono l'amore degli Dei e degli uomini.
 La Grande Madre domina invece sulla vita e sulla morte, sulla nascita e sulla rigenerazione. 
E' colei che nutre la vita e la porta alla luce, è colei che accompagna verso il buio.
E' colei che presiede all'eterno ciclo di vita-morte-rinascita in ogni sua forma: ciclo che consente il perpetuarsi della vita sulla Terra e che ogni donna vive simbolicamente dentro il proprio corpo grazie alle mestruazioni.
La Grande Madre è colei che conosce i segreti e i misteri del donare e del nutrire la vita, ma che non si sottrae alla necessità della morte. 
E' giovane è vecchia insieme, sposa e vergine, madre e sterile, "scandalosa e magnifica".
La Grande Madre non è nell'alto dei cieli, non è in cima ad un monte o in un aldilà glorioso e potente.
Essa vive in tutte noi. 
Essa E' tutte noi.




martedì, 6 settembre 2011
ISIDE
Iside, dea venerata in Egitto e in tutto il Mediterraneo, è una Grande Madre.
Il suo mito è noto: Iside (la Luna, uno dei suoi attributi) è sposa del fratello Osiride (dio delle acque del Nilo) col quale condivide un grande amore ed una grande passione anche fisica, che "benedice" la Terra e la fa feconda. I loro poteri e il favore che entrambi dimostravano agli uomini facevano si che essi li governassero con giustizia e devozione, e che il mondo degli esseri umani godesse di grande pace e prosperità. Tutti amavano Iside e Osiride, tranne Set, il loro fratello geloso. Roso dalla rabbia, Set uccide Osiride e ne nasconde il corpo. Iside disperata lo cerca ovunque e lo trova in Fenicia, ma quando lo riporta in Egitto, Set lo smembra in 14 pezzi che sparge per tutto il paese. Iside non si da per vinta e ritrova tutti i pezzi, ad esclusione della virilità del Dio. In virtù dei suoi poteri magici, Iside prima dota il suo sposo di un nuovo fallo, poi lo fa rivivere e concepisce con lui un figliio, Horus il Falco, che divenuto adulto vendicherà l'assassinio del padre - anche se Iside in virtù della sua compassione non gli permetterà di distruggere completamente Set.
Iside ha moltissimi attributi.
Animata da amore verso il genere umano e verso le donne, essa è colei che ha insegnato la tessitura, la filatura e l'arte di "addomesticare" gli uomini (nel senso dei maschi).
In quanto sposa devota ed amante appassionata, essa è l'archetipo della compagna fedele, della ricerca dell'anima gemella. Essa presiede alla forza immensa che scaturisce da una donna che ama, e alla sofferenza che tutto trasforma. Inoltre, essa insegna alle donne ad usare consapevolmente i propri poteri, sia che derivino dall'amore che quelli magici.
Nelle sue sembianze di Grande Madre, essa domina anche sui contrari.
E' la Luna, ma anche Madre Natura, non sempre benevola.
E' Madre, ma anche distruttrice.
E' la dea dell'armonia, che non potrebbe esistere se al bene non fosse contrapposto il male, se alla nascita non seguisse la morte, se alla generazione non si opponesse la distruzione.
Come in seguito la madonna cristiana, Iside è vergine e madre (con la differenza che Iside non è asessuata), ed è una dea della guarigione.
Nei suoi momenti di lutto è rappresentata vestita di nero, o nera lei stessa, come le madonne nere europee cui è strettamente legata. 




giovedì 22 marzo 2012
BASTET 
Nel vasto e multiforme pantheon egiziano Bastet è la dea gatta, rappresentata come donna dalla testa di gatto o come una gatta nera. Il suo luogo di culto più importante era la città di Per Bast, che i Greci chiamavano Bubastis, nei pressi dei delta del Nilo.

Il giorno dedicato alla dea Bastet, giorno di festa dove la gioia giungeva all’estasi, era il 31 Ottobre. (guarda combinazione, lo Samhain Celtico). Si beveva e si ballava a dismisura, e i bambini non potevano partecipare. Sul Nilo galleggiavano chiatte piene di donne, fiori e vino. Si dice che si trattasse di riti sensuali, pieni di musica e danze.
Bastet nasce come divinità solare, personificando il calore benefico del sole, al contrario di Sekhmet che ne incarna il calore bruciante; solo in epoca greca venne assimilata ad Artemide, diventando così una dea lunare.  

Dalla II dinastia Bastet fu rappresentata come un gatto selvatico o come una leonessa; e solo dal 1000 a.e.c. ebbe la forma di un gatto domestico, ed in epoca greca divenne anche più comune la raffigurazione come donna dalla testa di gatto.
Bastet è indicata figlia di Ra, oltre che come uno dei suoi “occhi”, ossia che veniva inviata per annientare i nemici dell’Egitto e dei suoi dei.

È una dea dal duplice aspetto, pacifico e terribile: nella sua forma di gatta o di donna gatto è la dea benevola, protettrice dell’umanità, dea della gioia e delle partorienti; nel suo aspetto feroce è nota per le sue collere, rappresentata con testa leonina, ed identificata con Sekhmet, la Possente, dea della guerra (oltre che della medicina). Come tutti i felini è attraente e pericolosa assieme, dolce e crudele: è il simbolo della femminilità, la protettrice del focolare e della maternità, ma è anche pronta a lottare quotidianamente col serpente Apophis, colui che contrasta la corsa della barca solare e delle forze benigne della creazione.
Bastet seduce e incanta, in lei vi sono il maschile solare e il femminile lunare, la forza luminosa a tutti palese e la potenza indipendente e misteriosa, segreta, femminina, lunare.
Bastet era la Signora dell'amore, della gioia, del piacere, della danza e del canto e sotto la sua protezione erano posti gli animali a lei sacri, i gatti, ma anche chi incarnava questi aspetti di indipendenza e di fascino misterioso, di fragilità e di bellezza, quindi i bambini e le donne.
Ella era venerata e invocata dalle donne per avere in dono la fertilità e per proteggere poi la gravidanza.
Bastet incarna ciò che di più intimo e femminile è rinchiuso dentro di noi e attende, a volte, unicamente di emergere: la sensualità e la dolcezza, il fascino e la generosità,
 



venerdì 13 luglio 2012

INANNA E LA DISCESA AGLI INFERI

Inanna è la Grande Madre Sumera. Essa è Regina dei cieli e della terra, dea dell'amore, della bellezza e della fecondità, così come anche del grano, della guerra e dell'amore sessuale. Essa è una e mote, e regna sugli opposti: sulle tenebre come sulla luce, sulla vita come sulla morte, sul mondo dello spirito come su quello terreno.

Suo sposo è Dumuzi il pastore (Tammuz), dio risorgente che vince il suo cuore sbaragliando la concorrenza del fratello agricoltore. uno dei miti ad esso collegati vuole che il fratello invidioso provocassse la morte di Dumuzi subito prima delle nozze con Inanna, e che questa, inferocita, scatenasse una sanguinosa guerra tra il suo clan (gli Enkiliti) e quello degli Enliliti di cui facevano parte Dumuzi ed il suo assassino, provocando morte e devastazione.

Ma il più bel passaggio secondo me della tradizione legata ad Inanna è il mito della discesa agli inferi.

Inanna ha una sorella, Ereshkigal, che è diventata Dea del mondo inferiore per seguire il suo amore, che era stato inviato nel regno degli inferi per punizione. Essa è il contrario, l'ombra, l'opposto di Inanna, il suo naturale complemento, l'altra unità che permette di formare L'UNO archetipico.

Ora, la leggenda narra che un giorno Inanna decidesse di far visita a sua sorella. Lasciò il suo trono, dispose tutto per il proprio funerale, comunicò al suo popolo di considerarla morta se non avesse fatto ritorno entro 3 giorni, e partì. La strada per gli Inferi era segnata dalla presenza di 7 cancelli, ad ognuno dei quali il custode Neti pretese che Inanna lasciasse uno dei suoi ornamenti, comprendenti splendidi gioielli e ricche vesti. Così la Dea giunse al cospetto della Sorella spoglia dei simboli della regalità (alcuni dicono anche dei suoi splendidi capelli) e nuda si accostò a lei. Con uno sguardo, Ereshkigal la pietrificò (altre versioni dicono che essa venisse squartata ed appesa ad un gancio dietro il trono di Ereshkigal ) ed essa rimase come prigioniera nel mondo Di Sotto.

Non vedendola ritornare dopo 3 giorni, il primo ministro della città da lei governata invocò l'aiuto degli Dei, ed Enki, suo padre, inviò a salvarla due creature magiche con cibo ed acqua per rivitalizzarla. La Dea si riebbe e incominciò la sua risalita. Ereshkigal la abbracciò perdonandola (la Sorella era in un momento di grande lutto avendo appena perso il marito, e pertanto si era sentita offesa dalla visita una Inanna adorna e rislpendente) e scoprendosi contemporaneamente incinta. Essa lascerà inoltre ad ogni cancello un dono per Inanna, pietre che una volta ritornata nel mondo della luce si riveleranno 7 meravigliosi gioielli.

Ma regola voleva che per ognuno che abbandonava l'inferno, un altro si fermasse al suo posto, e pertanto i demoni che inseguivano Inanna cercavano di ghermire gli Dei che si paravano loro davanti, senza però successo.

Però... - e qui la cosa si fa davvero interessante - ... una volta tornata nella sua città, Inanna trovò che il suo amante Dumuzi si era installato sul trono e governava al suo posto senza permesso (uomini...). Adirata, Inanna decise che fosse lui a prendere il suo posto nel regno di Ereshkigal, spedendolo quindi dritto dritto all'inferno. Poi, alcuni dicono la sorella di lui altri dicono Inanna stessa pentitasi, cercarono di intercedere presso la Signora del mondo di sotto per la vita del giovane re. Si accordarono, alla fine, per trattenerlo 6 mesi l'anno negli inferi e lasciarlo libero negli altri 6 mesi. Ed ecco, essendo Damuzi dio della natura, il volgere delle stagioni..... (riecheggia qui il mito di Proserpina, anche se in chiave "leggermente" diversa...)

La storia della discesa di Inanna contiene in se tutti gli archetipi della vita di una donna...

1. la discesa in se, rappresenta il viaggio dentro noi stesse, nelle nostre parti buie e segrete necessario per essere donne complete

2. il fatto di presentarsi davanti alla dea oscura nuda e spoglia dei simboli del mondo di sopra, rappresenta la necessità di eliminare tutte le difese "psichiche" quando intraprendiamo un tale viaggio alla conoscenza di noi stesse

3. la presa di coscienza del dolore e della sofferenza (in alcune versioni del mito Inanna viene appesa a un gancio e lasciata li a dissanguare, vedendo tutti gli orrori della vita infernale) ed il successivo perdono di Ereshkigal rapapresentano la necessità di prendere coscienza di quello che siamo, di tutto quello che siamo, compresi i nostri lati ombra, e di accettarli, perdonandoci

4. la gravidanza di Ereshkigal rappresenta la rinascita che procede dalla morte

5. i doni di Ereshkigal a Inanna sono l'arricchimento che raggiungiamo quando riemergiamo da un tale periglioso sentiero.

Ed ecco perchè il culto di Inanna fu tanto caro a tutte le donne in tutte le epoche (essa fu Ishtar per i babilonesi, Astarte per i cananei e i greci, Iside per gli Egizi e fu onorata con moltissimi altri nomi), e perchè, anche oggi, la sua storia riecheggia dentro ognuna di noi