mercoledì 21 marzo 2012

Oastara - equinozio di Primavera...

... il Suo potere è aprire
la sua promessa non può mai venire meno

Lei risveglia tutti i semi dormienti,
L'arcobaleno è il suo simbolo,
Adesso il potere dell'inverno ha ceduto il passo,
Con la forza dell'amore, tutte le catene sono state spezzate

Tutto ciò che è stato perduto viene ritrovato
in una nuova forma, in un nuovo modo...
da: La Danza a Spirale, Starhawke, Macro edizioni

E' la magia del nuovo inizio, nel meraviglioso equilibrio di luce e buio dell'Equinozio di Primavera (da equum nocti, uguale alla notte). Siamo al Mattino del Mondo, nella luce crescente e chiara che rende i giorni del buio un ricordo che inizia ad annebbiarsi.
Nell'equilibrio, nell'armonia di luce e buio, luna e sole, maschile e femminile, ci viene incontro un mondo nuovo, ricco di promesse, di fertilità, di apertura, di possibilità e colori. La Primavera, stagione di espansione, di creatività e di danza gioiosa.

La natura ci viene incontro nella grazia e nella vitalità della sua fanciullezza e tradizionalmente le feste legate all'equinozio celebravano dee fanciulle come Persefone-Kore, dea greca dal duplice volto di fanciulla e regina degli inferi:


Io sono Kore: la giovinezza, l’innocenza, la leggerezza.
Sono la Dea del Fiore, una stagione nella natura e nella vita di ogni donna.
Io ho conosciuto l’oscurità dell’Ade, ho assaggiato i chicchi della melagrana
ritrovando così il mio nome: Persefone, la Terribile,
Silenziosa Signora del Regno dei Morti.
Solo dopo aver varcato la soglia del buio,
traversato il mondo delle ombre, posso risalire alla luce
tenendo fra le mani la sacra melagrana,
simbolo dell’eterno ritorno.
di Rosa Carotti

E accanto alla Dea fanciulla si festeggiava il Dio Fanciullo, come Pan: 

Musa cantami il caro figlio di Ermes, bicorne,
dai piedi di capra, amante del frastuono, che vaga
per le valli boscose in compagnia con le Ninfe danzatrici:
esse amano percorrere le cime delle rupi scoscese,
invocando Pan, il dio dei pascoli, dai capelli lucenti,
irsuto, che frequenta tutte le alture nevose
e le cime dei monti e i sentieri pietrosi.
...
... al tramonto,
tornando da caccia, intona sulla zampogna una dolce
melodia: non lo vince nel canto
l'uccello che a primavera effonde un lamento
con voce di miele tra i fiori e le foglie.
Allora si uniscono al suo canto le Ninfe montane
dalla limpida voce, danzando con passi rapidi presso la fonte
profonda, e l'eco risuona dalla vetta del monte.
Il dio ora danza in tondo, ora entra nel mezzo,
con rapidi passi - porta sul dorso una fulva pelle
di lince - e si esalta nel cuore a quel canto ritmato,
sul tenero prato dove il croco e il giacinto
odoroso si mescolano all'erba, fiorendo in gran copia.
Inno a Pan, dagli Omerici a cura di Giuseppe Zanetto ed. Bur


E dunque l'Equinozio è anche il momento dell'incontro della Dea e del Dio fanciulli e della loro danza. E' infatti per tutti il momento in cui si esce dall'interiorità del lungo inverno e avviene il primo incontro con l'Altro, con l'avventura e la magia della scoperta di ciò che non è noi, con l'innamoramento e la trasformazione.
E' il primo incrociarsi degli sguardi, il sorriso che scaturisce, la luce di quello che è già un nuovo mondo.

E’ il momento adatto per aprirsi ai sentimenti e viverli nella loro totalità, per rinascere con la Natura e fondersi con la Madre Terra, celebrarla e gioire della Vita che sboccia e si manifesta in tutte le sue forme.

 
fonte: www.ilcerchiodellaluna.it